Propongo quest'oggi un plauso collettivo al carissimo ministro del lavoro Sacconi.
Ma no, cos'avete capito, non per la poco felice uscita sulle suore violentate (quale miglior paragone per raccontare il raporto fra azienda e sindacato, se ve la siete persa andate assolutamente a vederla per capire il livello dell'uomo...). Invece, ringraziamolo oggi per averci illuminato sull'oscuro concetto di patto di demansionamento, tutto dedicato a quelle pazzerelle che tornano a lavorare invece di stare a fare la calza dopo aver partorito (Interpello datato 21/09/2011, n. 39).
Ma no, cos'avete capito, non per la poco felice uscita sulle suore violentate (quale miglior paragone per raccontare il raporto fra azienda e sindacato, se ve la siete persa andate assolutamente a vederla per capire il livello dell'uomo...). Invece, ringraziamolo oggi per averci illuminato sull'oscuro concetto di patto di demansionamento, tutto dedicato a quelle pazzerelle che tornano a lavorare invece di stare a fare la calza dopo aver partorito (Interpello datato 21/09/2011, n. 39).
Fatto sta che l'ordine dei consulenti del lavoro, qualche giorno fa, chiede ufficiale chiarimento sul rientro al posto di lavoro dalla maternità, e scopriamo finalmente che il famoso demansionamento altro non è che un ridimensionamento - parliamo facile, oggi - che ti spedisce dritta dritta al gradino inferiore a quello che probabilmente hai raggiunto dopo anni e anni di sgomitate sul lavoro. Sgomitate ormai inutili con i colleghi maschi, che dal gradino che prima era tuo ti fanno ora la linguaccia. Maledetti.
Attenzione, però, rassicura il ministro: il demansionamento è previsto solo qualora "il contesto aziendale sia tale che, per fondate e comprovabili esigenze tecniche, organizzative e produttive o di riduzione di costi, non sussistano alternative diverse per garantire la conservazione del posto di lavoro e per consentire aliunde l’esercizio delle mansioni". Uau.
Insomma, riassumiamo...già ti sei cuccata gravidanza, parto, allattamento e affini. magari esci indenne dalle statistiche che ti danno candidata ufficiale alla perdita del posto, un colera che colpisce una donna su sette (http://tinyurl.com/3q2flxk). a quel punto, dopo la tua personalissima terza guerra mondiale, arriva il bello. se per caso riesci a varcare nuovamente il sacro suolo del tuo ufficio puzzolente di inchiostro, cappuccino rancido e moquette, ancora prima di baciare la tua scrivania e gridare alla tua ritrovata carriera ti trovi a far fotocopie per i tuoi ex sottoposti!
Comunque non c'è da agitarsi: Sacconi ha precisato che il demansionamento non va necessariamente pari passo con una minor retribuzione. Almeno non fino a quando passa il periodo "divieto di licenziamento" (per ora, dannate femministe, per ora).
Insomma, per essere rispedita a giocare a mamma-casetta o per essere pagata meno ("del resto, per 4 fotocopie al giorno....è già tanto che la teniamo") c'è sempre tempo. Per i sensi di colpa da abbandono della prole e il "chi me l'ha fatto fare", pure. sembra che a lavorare di nuovo proprio non ti ci vogliano. più che demansionamento, sembra un patto di dissuasione.
Comunque non c'è da agitarsi: Sacconi ha precisato che il demansionamento non va necessariamente pari passo con una minor retribuzione. Almeno non fino a quando passa il periodo "divieto di licenziamento" (per ora, dannate femministe, per ora).

Tutte a far marmellate in casa disperse in un'imprecisata campagna, come Diane Keaton in Baby Boom (1987).