giovedì 13 ottobre 2011

BABY BOOM & MORAL SUASION

Propongo quest'oggi un plauso collettivo al carissimo ministro del lavoro Sacconi.
Ma no, cos'avete capito, non per la poco felice uscita sulle suore violentate (quale miglior paragone per raccontare il raporto fra azienda e sindacato, se ve la siete persa andate assolutamente a vederla per capire il livello dell'uomo...). Invece, ringraziamolo oggi per averci illuminato sull'oscuro concetto di patto di demansionamento, tutto dedicato a quelle pazzerelle che tornano a lavorare invece di stare a fare la calza dopo aver partorito (Interpello datato 21/09/2011, n. 39). 

Fatto sta che l'ordine dei consulenti del lavoro, qualche giorno fa, chiede ufficiale chiarimento sul rientro al posto di lavoro dalla maternità, e scopriamo finalmente che il famoso demansionamento altro non è che un ridimensionamento - parliamo facile, oggi - che ti spedisce dritta dritta al gradino inferiore a quello che probabilmente hai raggiunto dopo anni e anni di sgomitate sul lavoro. Sgomitate ormai inutili con i colleghi maschi, che dal gradino che prima era tuo ti fanno ora la linguaccia. Maledetti. 
Attenzione, però, rassicura il ministro: il demansionamento è previsto solo qualora "il contesto aziendale sia tale che, per fondate e comprovabili esigenze tecniche, organizzative e produttive o di riduzione di costi, non sussistano alternative diverse per garantire la conservazione del posto di lavoro e per consentire aliunde l’esercizio delle mansioni". Uau. 
Insomma, riassumiamo...già ti sei cuccata gravidanza, parto, allattamento e affini. magari esci indenne dalle statistiche che ti danno candidata ufficiale alla perdita del posto, un colera che colpisce una donna su sette (http://tinyurl.com/3q2flxk). a quel punto, dopo la tua personalissima terza guerra mondiale, arriva il bello. se per caso riesci a varcare nuovamente il sacro suolo del tuo ufficio puzzolente di inchiostro, cappuccino rancido e moquette, ancora prima di baciare la tua scrivania e gridare alla tua ritrovata carriera ti trovi a far fotocopie per i tuoi ex sottoposti! 
Comunque non c'è da agitarsi: Sacconi ha precisato che il demansionamento non va necessariamente pari passo con una minor retribuzione. Almeno non fino a quando passa il periodo "divieto di licenziamento" (per ora, dannate femministe, per ora). 
Insomma, per essere rispedita a giocare a mamma-casetta o per essere pagata meno ("del resto, per 4 fotocopie al giorno....è già tanto che la teniamo") c'è sempre tempo. Per i sensi di colpa da abbandono della prole e il "chi me l'ha fatto fare", pure. sembra che a lavorare di nuovo proprio non ti ci vogliano. più che demansionamento, sembra un patto di dissuasione.
Tutte a far marmellate in casa disperse in un'imprecisata campagna, come Diane Keaton in Baby Boom (1987).


sabato 8 ottobre 2011

FRAMMENTI DI UN ABBAGLIO AMOROSO

Ogni scarrafon'è bbbello a mammà soja, dicono a napoli. d'accordo, haha, divertente. invece no!!! è pure vero!!! ieri ho rivisto le foto di E&M appena nati. non dico che fossero bruttarelli... ma santo cielo.... insomma... che dire..... non è che fossero proprio sti due adoni.... complice la prematurità, certo... solo che erano proprio due rospetti, ecco l'ho detto. mi sembravano già scarrafonaggemente bellissimi, e invece non proprio. allora mi chiedo... ma se diventando madri si resta folgorate, accecate, turbate d'amore per i proprio figli, perchè questo non accade anche per il resto del mondo? non esiste un modo per riprodurla su scala mondiale? scienziati, a noi! fate schizzare i neutrini di qua e di là, intervenite pure sugli ormoni dell'illusione amorosa, no?? esempio: a tutti (soprattutto alle donne..), purtroppo, almeno una volta nella vita capita di innamorarsi di uno che poi si rivela uno schifo d'uomo, e ti dici "ma come ho fatto a cascarci con quel bidone proprio io, impossibile!". ecco, neanche quando ti innamori di un inutile del genere sei così abbagliata. non potresti mai più immaginare la tua vita senza un esserino che fino a poco prima neppure c'era. e mentre pian piano ti lasci conquistare, pure parenti e amici collaborano all'abbaglio del secolo. i primi giorni dopo il parto, quando sei lì distrutta a rantolare nel tuo lettino d'ospedale, tutti sentono il dovere di dirti "ma son bellisssssimiiiiii" e tu ti chiedi "dirà sul serio? mah! perchè zia giuliana dice sta frase e contemporaneamente volta lo sguardo e parla con voce tremante?sarà una palla?!?" alla fine - benedetto sempre l'autoconvincimento - pensi che nel tuo caso è verissimo, i tuoi figli sono belli, i più belli del nido! magari invece no, anzi. ce ne son certi che - diciamolo una buona volta - son proprio degli sgorbietti appena atterrati da marte! donna incinta che stoltamente continui a leggere il mio blog, sappi che tuo figlio quando nascerà forse sarà una cozza. ma lasciati pure abbagliare dall'istinto materno, e se ci riesci, prova a dedicare lo stesso sguardo anche a qualcun altro. tutto sembrerà un po' più decente. che dico... più bello.

lettura consigliatissima: R. Barthes, "Frammenti di un discorso amoroso", Einaudi ed.

lunedì 26 settembre 2011

LA DOCCIA MALEDETTA

Oddio lo sfacelo. Oddio la fine del mondo. Oddio.
L'ora più difficile della mia vita mi sta passando sotto il culo (scusate il virtuosismo, giustificato dal panico)! Peggio di quando alle medie il tipo che ti piace si fa quella di terza che ha già un po' di tette, e peggio dell'esame di maturità. Antefatto: Un paio di mesi fa, R., mia carissima amica, mi scrisse un sms dal tono angustiato perchè la baby sitter aveva portato al parchetto sotto casa suo figlio di 6 mesi per la prima volta. ricordo benissimo di essermi fatta una risata tra me e me per l'irrazionalità della reazione di R., poverina, quando è EVIDENTE che non accadrà nulla.
INVECE NO, AVEVA RAGIONE LEI!!!!! Eccomi qui, a ben 14 minuti di distanza dalla prima uscita di E&M da soli con la baby sitter, NEL PANICO PIU' NERO......
Azioni svolte per cercare riparo mentale dall'insana persuasione che sia il caso di chiamare la baby sitter un minuto si e l'altro pure per verificare che tutto vada bene:
1- chiamare l'amica R. per cercare conforto (lei che ha superato il dramma). Mi dice: "vedrai che va tutto bene, sono bravi". Io dico: "sono bravi??? ma no, loro saranno anche bravi, ma se li investe una macchina?" E lei che dice: "Oddio, dici?" Col clamoroso risultato di insinuare il dubbio di un tamponamento a catena di passeggini pure in lei.
2- telefonata al padre dei miei figli che, invece di drammatizzare l'apocalisse in corso, liquida la mia tragedia. Come informare uno di un attacco alieno in corso, e questo risponde che oggi pomeriggio c'è la partita (un maschio, ovvio.)
3- mangiare un saccottino (finora, l'azione più confortante)
4- vomitare in questo blog tutta la mia ansia
eppure, sapete cosa vi dico? NON FUNZIONA NULLA! L'irrazionale prevale sul razionale. Ho abbandonato i miei figli per potermi fare una doccia in pace. Madre snaturata!!! Vergogna!!!

Bene, ora mi faccio sta cavolo di doccia, e se poi tornano tutti interi loro e anche la baby sitter...beh....non mi laverò mai più!!!!!

domenica 25 settembre 2011

E POI, MADRI PER SEMPRE

Ed  è così, insomma, senza neppure rendertene conto, che ti tolgono dalle mani il tuo pacchettino di definizioni pronte per l'uso, a cui sei caramente abituata, e ti lanciano in tutta fretta quello nuovo. "Mamma", c'è scritto. Uau. Peccato che il pacco sia vuoto, e lo scopri subito. La definizione di te in quanto madre è in divenire. L'amore dei tuoi genitori - se tutto va bene - è dato per scontato. L'amore per un uomo - se tutto va veloce - è un colpo di fulmine improvviso e totalizzante. L'amore per tuo figlio - se tutto si ferma un attimo e ti concede il tempo di rifletterci su - è un sentimento lento, uno spazio da conquistare con la pazienza, con l'abitudine, con l'attesa. E poi, con la presenza stessa di una persona che prima non c'era, e che resterà legata a te per sempre e che all'inizio da te dipende per sopravvivere.
Non si nasce madri, questo è certo. E mentre ti trovi impegnata ad abituarti al piccolo alieno che hai fra le braccia, che ti incanta ma che non ti spieghi, scopri che il tuo nuovo pacchettino di definizioni è ancora vuoto di te, e devi lavorarci su per scoprirti diversa da come - ne sei certa - eri fino a poco prima. Mi è sempre risuonata in mente una strofa di De Andrè quando cantava le donne, e le definiva "femmine un giorno, e poi madri per sempre".  A ben pensarci, già nel caos dei primi giorni (- mesi - anni??!?!?! -) è evidente come non ci sia verità più grande.

domenica 11 settembre 2011

ACCADDE UNA NOTTE


Ok, alla soglia del quarto mese ci provo. per riprendere a scrivere, volevo partire dall'inizio. dal nuovo inizio. insomma, dal parto. penso che quello passato sinora sia un tempo di elaborazione sufficiente per non sembrare una psicotica che scrive amenità illeggibili su un blog semi-abbandonato. quindi cercherò di indorare la pillola, nella tragica eventualità che qualche donna incinta capiti da queste parti e scopra di non poter più tornare indietro dall'evento più sconvolgente, tragico, doloroso, meraviglioso della sua vita. comunque, e fin qui non ci piove, partorire è una pazziaaaaa!!! (nooo, scherzavo, lettrice incinta, figurati! è una passeggiata!)... la prossima volta (COSA??QUALE??) prima mettetemi in coma farmacologico, poi estraete il//la/i bambino/a/i e svegliatemi dopo 3 giorni.
fatto sta che il fatidico 20 aprile me ne sono andata tutta sgargiante in ospedale ad aspettare il lieto evento, felice di non dovermi più portare appresso quei 26 chili che avevo messo su (ops..). me ne andavo lieta come stessi andando a scartare i regali la mattina di natale: della serie, andò per scartare, e venne scartata. dato che E&M, avendoci visto giusto, non volevano saperne di uscire, mi hanno praticato la fatidica "induzione". cara lettrice incinta, ti risparmio le spasmodiche descrizioni di 15 spasmodiche ore di contrazioni (spasmodiche) senza travaglio. ma noooo, cosa ti viene in mente, non faa maleeee..e poi..... I DOLORI DEL PARTO TE LI DIMENTICHI SUBITO (?!?!?!?!?!?!?!?!?!?!!!)
facciamola breve: a mezzanotte spediscono a casa parenti e compagnia, e spediscono a letto me perchè da troppe ore non succede una mazza. io filo in branda con le mie contrazioncine non prima di aver vivamente protestato perchè a digiuno dalla mattina precedente (e non sia mai!). strappo il permesso del medico di mangiare un paio di fette biscottate con un tè caldo - "tanto fino a domattina di certo non succede niente!" - ed ecco quindi che mi strafoco le due misere fette che compongono la dose ospedaliera, e anche i 3 pacchetti che avevo nascosto per eventuali emergenze. tutta tronfia della mia abbuffata finale vado a letto, spengo la luce, e dopo 2 nanosecondi (mentre ancora sto autoconvincendomi "nonfamalenonfamalenonfamale"), un sordo rumore e una sensazione tipo "sono in terza elementare è ricreazione e oddio me la sono fatta addosso, perchè ho indugiato a giocare in giardino e non sono andata in bagno, mò cosa gli dico alla maestra!" si impossessa di me. dicesi rottura delle acque, inizia la festa. richiamo indietro fidanzato e mamma, e mi aggiro a piedi per il reparto cercando un'ostetrica o chi per essa. trovo tre qualcosa -ostetriche, medici, infermieri, spazzini, è uguale ma qualcuno faccia qualcosa, aiutoooo- intenti a girarsi i pollici e impegnati nelle seguenti attività:
1-solitario al pc
2-stare in equilibrio su una sedia a rotelle tipo "scrubs"
3-chiacchierare sonnolentemente
sguardi d'odio nella mia direzione. giustamente. solidarizzo, ci mancava la partoriente gemellare naturale dell'una di notte. come quelle che entrano "a dare un'occhiata" nel tuo negozio a 5 minuti dalla chiusura e le faresti mangiare tutto il reparto cosmetici per punizione. niente, mi odiano anche se sorrido. mi fanno sdraiare su un lettino. vabbeh. fin qui, tutto bene.
poi, tipo illuminazione sulla via di damasco, arriva il disastro.  un'onda anomala, travolgente, un dolore viscerale ma che ve lo dico a fà tanto solo una che l'ha provato lo capisce. ecco, signore e signori, LA CONTRAZIONE. vi risparmio i dettagli. vai tranquilla, lettrice incinta, sto scherzando solo per creare il climax (...). dal dolore - seriamente, dal dolore - tutte le fette biscottate incautamente trangugiate escono dalla bocca come fuochi d'artificio travolgendo di netto le due ostetriche che ho davanti e che usano persino la tendina del separè per fermare la fuoriuscita improvvisa (ecco, ora non mi odiano più, noooo... ora mi amano, mi faranno di certo l'epidurale, dopo questa).
sorvolo - sempre per il bene della nostra incauta lettrice incinta - sulle ore di agonia, il rumore, l'epidurale chiesta a denti stretti, il sudore, le quindici persone in sala parto, eccetera. fatto sta che partorire sembra davvero uno squartamento da film di quarta categoria. gira e rigira, per non tediarvi troppo, diciamo così: alle ore 3,43 è uscito E, alle 3,50 M. e da quel momento, nulla è più come prima... la prossima volta vi spiegherò cos'è successo dalle 3,51 del 21 aprile in poi: tutta un'altra storia!

mercoledì 20 luglio 2011

PERDONATE L'EXCURSUS...

E fu così che passò un altro mese... siamo a Roma (eh? cosa? maccome? che ci fate li???), viviamo alla Garbatella (eh? quella dei Cesaroni? maddai??) e domani compiamo 3 mesi. E&M li compiono, ma anche io sento di farli per osmosi. volevo iniziare dal raccontone dei raccontoni, il parto. è di certo l'argomento preferito delle mamme di tutto il mondo, perchè momento centrale della sindrome da sopravvissuti. dopo aver tanto osservato me e le altre donne, ho capito che non lo si racconta perchè lo si ha fatto, ma perchè si è tornati. un po' come il vietnam.
però oggi voglio parlare di un altro vietnam, quello di chi era a Genova nel 2001, nei giorni del G8. sono 10 anni esatti dalla morte di Carlo Giuliani. a Genova, quella volta, io c'ho lasciato un po' di fiato, un po' di innocenza politica, un po' di innocenza e basta. in questi dieci anni ho percorso la mia strada, ma certo quello è stato un importante spartiacque della mia vita. non ne ho mai parlato davvero, ho sempre chiuso quel vaso di Pandora di emozioni per nascondere a me stessa un capitolo triste e controverso della mia vita. ora penso alle poesie di Pasolini sui poliziotti figli del popolo, ai black block veri e presunti e a come i media manipolini i fatti, ai nostri errori, ai loro errori, e via dicendo. tutte cose che come me pensano molti, in questo decennale. e poi ci sono i "miei" giorni del g8, che sono un'altra cosa, irrazionale e buia, tutta interiore. ricordo di aver pensato molto ai desaparecidos, in quei momenti concitati, mentre pareva di essere topi in trappola fra i fumi dei lacrimogeni e il rumore degli elicotteri. e continuavo a chiedermi perchè la polizia avesse caricato a manganellate lo spezzone degli scout (la cui unica colpa è di portare dei calzettoni un po'...come dire...démodée!) di un corteo davvero pacifico. e alle 17.27 del 20 luglio, con la morte di un ragazzo della mia età a pochi metri da me, tutto è cambiato. sono passati dieci anni, oggi, e mentre gioco a "sorrisi" con i miei bimbi nel lettone spero che il loro futuro sia bello. che non sia breve come quello di Carlo. spero che da grandi non escano di casa in un caldo giorno di luglio, per non farvi più ritorno. ma voglio con tutte le mie forze che combattano per un ideale, per un mondo migliore. che credano in qualcosa di più grande di loro, perchè riescano in ciò che noi non siamo riusciti a fare, come non ci sono riusciti i nostri padri. forse loro riusciranno a rendere la Terra un posto migliore. mi costa un po' elaborare questo groviglio di sensazioni, ma dato che la memoria è pur sempre un ingranaggio collettivo, ho pensato fosse giusto dire la mia. ciao Carlo.

martedì 21 giugno 2011

BENVENUTI, URAGANI MIEI!

Ok, c'è voluto un po' di tempo, ma mi sono finalmente ripresa! Ho accumulato così tante cose da non sapere neppure da dove cominciare... In ogni caso, ho imparato più cose in questo periodo che nell'arco di un'intera vita! Oggi che compiono due mesi, E&M vogliono presentarsi a tutti voi che li avete aspettati. Poi, appena mi cambio la maglia affrescata alla Pollock di rigurgiti e appena riesco a trangugiare qualcosa - qualsiasi coooosaaaaaa - per pranzo, proverò a rimettermi alla tasteria come ai vecchi tempi e raccontarvi quale apocalittico miracolo sia avere due figli al prezzo di uno. A dopo. Se sopravvivo.

lunedì 11 aprile 2011

THE FINAL COUNTDOWN

 Ci siamo. Questione di ore, forse giorni, comunque poco, pochissimo tempo.
Trasformazioni definitive in atto:
PANCIA: mutazione in una specie di siluro proiettato all'infinito e oltre.
OCCHIAIE: il sonno scarseggia e ho perso il mio famoso ritmo da 10 ore consecutive. E' l'organismo che si prepara ai ritmi dei neonati, dice la nonna. Misteri della natura.
CAVIGLIE: non sono più caviglie, trovate un altro nome per definirle, hanno piuttosto un diametro che sta tra un palo della luce e uno scaldabagno.
TETTE: crescono a vista d'occhio e si preparano a grandi attività.
PESO: ormai oltre il limite stabilito, macchisenefrega, giunti a questo punto mi concedo fino a tre plumcake al giorno!
Forse quando davvero non ti riconosci più e ti guardi allo specchio come prima guardavi "La casa" di Sam Raimi sullo schermo, è giunta l'ora! Abbiamo preparato la borsa per l'ospedale (in realtà manca ancora qualche cosa, ma non sono mai stata brava con i preparativi..), abbiamo gettato nel cesso il cellulare perchè 30 telefonate al giorno sono ingestibili e per non far torto a nessuno non si risponde manco al papa, abbiamo preparato l'angolo fasciatoio per quando torneremo a casa. Non abbiamo finito "il deserto dei tartari" perchè ci addormentiamo sempre dopo 4 frasi. Peccato.
Intanto E&M hanno fatto un gran scherzetto a mammina, un imprevisto prevedibile che 4 giorni fa mi ha gettato nel panico: premesso che i gemelli nascono in genere con il taglio cesareo, più sicuro e in genere consigliato se i bambini non si presentano entrambi in posizione cefalica (eventualità rara, ovviamente). Sino a venerdì, E. è sempre rimasto podalico sul fondo dell'utero, e con le chiappe faceva da tappo all'intera baracca. M. invece si era piazzata ad "arcobaleno" sdraiata di traverso nella parte alta dell'utero, cioè soavemente appoggiata fra stomaco e costole, all'incirca... Il cesareo era la scelta più ovvia e scontata da mesi... e invece.... sorpresa!! Venerdì andiamo a fare la visita dove avrebbero  stabilito la data del cesareo e cosa scopriamo? Che come natura prevede ed auspica, i due hanno cambiato schieramenti e in un modo o l'altro si sono assestati tutti e due cefalici..!! "Che bambini intelligenti", fa il ginecologo. Intelligenti? SADICI, direi. Per non piangere dalla strizza davanti mezzo reparto d'ostetricia ho anche abbozzato un "Ahhh, che bello", ma il tremolio della voce deve avermi smascherato. Non ho fatto un corso preparto, non ho imparato la respirazione, non ho allenato il perineo, non ho fatto yoga perchè dopo aver sborsato 80 euro i medici hanno prescritto che stessi a riposo. Insomma, tutto congiura contro di me, e io sono pronta ad un parto naturale quanto lo era la mia bisnonna un secolo fa mentre zappava un nebbioso campo veneto nell'inconsapevolezza più nera. Aiutoooooo!!!! So che il parto naturale è meglio e bla bla bla, ma non ero pronta, ecco. E invece, tra poche ore vedremo cocomeri uscire da buchi grandi come limoni (grazie Paolo della bella metafora, quando mi riprendo ti faccio vedere io..). Non si smette mai di imparare, no? Poi mammina (se sopravvive), E&M faranno i conti...Naturalmente il paparino è molto commosso ed emozionato all'idea dell'evento e continua a ripetere: "Andrà tutto bene, che bella notizia". Tzè, maschi! Non esiste un apparecchio che colleghi il papà alle contrazioni di mamma e le passi a mo' di scosse elettriche per tutta la durata del travaglio? Ma perchè sto diventando così crudele? Sarà la paura? NO, resisti! The final countdown è iniziato - forse - ormai non resta che andare! A la guerre comme à la guerre! Non penserete mica che in un momento così una pensi solo a fiocchettini rosa e carillon con musichette dolci, vero?? Operazione nascita in corsoooo!
Quando tra pochi giorni nasceremo a nuova vita vi faremo sapere (sempre che tra cocomeri e limoni ci resti la forza di scrivere ancora...!)

giovedì 7 aprile 2011

...APRILE DOLCE DORMIRE...

Niente, non se ne esce. Siamo in attesa da giorni, ormai il tempo si è dilatato a dismisura - come me del resto - e neanche lo conto più... Nascono o non nascono? Meglio sarebbe restistere ancora un po' di giorni, così loro saranno più cicciottelli. Nel frattempo però l'attesa si fa snervante, il parto è diventato quasi un chiodo fisso e mammina è sempre più ingombrante...
Per passare un po' il tempo abbiamo effettuato le seguenti operazioni:
- leggere "il deserto dei tartari"
- andare tutti i pomeriggi a mangiare il gelato dietro l'angolo (gelato: mai mangiato in vita mia, figurarsi se la gravidanza non rendeva squisito pure questo!)
- informarsi in apposito negozio sulla menata "pannolini lavabili": vale di più lo sbattimento cosmico che costa lavare ogni giorno 12 pannolini intrisi di delicatessen, o il risparmio di 2000 euro e l'ambiente e bla bla bla? questione ancora in sospeso!
- soffrire tremendamente per l'inter due volte in una sola settimana
- informarsi-indignarsi-informarsi-indignarsi davanti a tg, gr, articoli e servizi web
- cercare qualche collaborazione free lance che non sia gratuita o gratuita
- dormire finchè c'è tempo
- dormire finchè c'è tempo
- dormire finchè c'zzz...zzzzz....zzz....zzzzz....

venerdì 25 marzo 2011

TEMPUS FUGIT

Ohhh...ed eccoci finalmente ad uno dei must della maternità, ovvero: il mio compagno ha ancora una vita...e io no??!!?!?!?!?! No, evidentemente. Questo dev'essere uno di quei famosi momenti in cui la futura mammina se ne rende conto. Paparino è in giro ad inseguire attività che scivolano tra il dovere e il piacere tipo pendolo di Foucault, e lo si becca subito dal tono di voce pimpante. Noi invece dobbiamo annoiarci mortalmente sul divano della nonna per ore ed ore (anche a me, quando lavoravo, pareva un sogno, ma quando il riposo è coatto non sembra più così entusiasmante...). L'uscita -faticosissima, come sempre- di oggi è stata dedicata a "informiamoci su questi benedetti pannolini lavabili" (con scarsi risultati perchè non ci capisco ancora una mazza) e ha toccato il vertice del piacere con una toccata e fuga in libreria. Acquisti del giorno: Il dono, di Nabokov. Il deserto dei tartari, di Buzzati. Il linguaggio segreto dei neonati, di una certa Tracy Hogg ("non puoi non averlo letto se stai per avere dei figliiiiii").  Sarei rimasta e avrei dato fondo al bancomat, non fosse che mal di schiena e altre fisiologiche esigenze mi hanno presto trascinato a casa. Mentre intorno a noi tutto si dipinge inesorabilmente di colori pastello e l'odore inconfondibile di neonato e crema emolliente si impossessa del nostro olfatto, non posso fare a meno di chiedermi se sia davvero inevitabile dover rinunciare a tutto il resto della vita. Voglio dire, avrò il tempo materiale di arrivare alla fine di due libri che ho comprato oggi, per esempio? Forse lo sbalzo non sarà così drastico, ma a volte già l'attesa della nascita di E&M si fa impaziente... quando non sei ancora madre e non sei più una single rampante....che cosa cavolo sei?? Poi, un padre resta un uomo, un lavoratore, un amico, un amante. Una madre invece sembra diventare una madre e nient'altro, almeno per un po'. Sarà davvero così?? Dove si pescano le energie e le strategie per trasformarsi e ricreare un equilibrio sereno anche nel momento di massima trasformazione? Ai posteri l'ardua sentenza!

PROGETTO-FAMIGLIA, OVVERO IL DRAMMATICO CASO DELLA MARMELLATA DEL MULINO BIANCO

Alla perenne ricerca di migliorie e idee per il blog sui giorni della vestaglia, mi sono imbattuta in uno dei tantissimi blog (centinaia?migliaia?) che si occupano di maternità più o meno insana e relativa gestione dei pupi una volta nati. Insomma, su tale "genitoricrescono" c'è una cosa chiamata blogstorming che mi è parsa molto interessante, e si basa sulla condivisione di post su un argomento selezionato ogni mese. Tu pubblicizzi il blog, loro pubblicizzano te, una cosa del genere. Premesso che lo faccio perchè hanno suscitato in me grossa ilarità inventando l'angolo "genitorisbroccano" in cui puoi urlare tutto quello vuoi su tastiera insonorizzata, pensavo di partecipare all'iniziativa. Solo che il tema del mese, pensa che sfiga, tocca una delle corde più delicate della nostra attuale condizione, ovvero il concetto di "Progetto-famiglia". Cito testualmente: Due cuori, una capanna, un bebé, ed ecco che il Progetto Famiglia ha preso forma. O quasi. Ma quale è la differenza tra un progetto sconquassato e uno che funziona? Panico. Ansia. Ansia. Panico. Da queste parti non solo non si vede l'ombra della famiglia, ma manco quella del progetto! I due cuori sono bradicardici, i bebè sono due, e la capanna è venuta a mancare pochi giorni fa... Il nostro tema ideale sarebbe piuttosto neo-coppia-allo-sbando-con-grossi-guai-in-arrivo!... E invece... vi dimostrerò come senza famiglia, e senza progetto, si possa inventare la migliore delle svolte esistenziali! Cari E&M, siete ancora dei microbi chiusi in un utero certamente strettino, ma non ha senso raccontarvi fandonie: io e PaparinoVostro ci siamo conosciuti poco tempo prima di avere la geniale idea di giocare alla roulette russa, e poco dopo sono usciti sia il rosso che il nero, una bella coppietta di gemelli! E allora? In effetti non abbiamo avuto grossi dubbi sulla scelta di tenervi con noi, ed eccoci qua, a pochi giorni dalla vostra nascita, a cercare di finire un puzzle appena scartato e con troppi pezzi da incastrare! Naturalmente, affinchè il destino potesse infilarci il suo zampino beffardo e cinico, nello stesso periodo MamminaVostra non ha più un lavoro, e Paparino è appena stato assunto in un super posto dove inizierà un lavoro favoloso fra due settimane... dall'altra parte dell'Italia, pensate un po'!!! Così, come se non bastasse, i nostri giorni della vestaglia dobbiamo passarli in prestito sul divano trevigiano di nonna e non sull'ex divano della nostra ex casa milanese, mentre Paparino si spara 600 chilometri per cercare una casetta che accoglierà anche noi quando sarete abbastanza grandi da trasferirci. Risultato? Stamattina, a colazione, trovo un mega concorso a premi sul vasetto della marmellata, e cercando di compilare il foglietto mi rendo conto di non sapere neanche più quale cavolo di indirizzo scrivere per partecipare all'estrazione... Niente di più tragico. L'associazione -colazione-Mulino bianco-progetto famiglia felice-non abbiamo manco più una casa- produce risultati disastrosi. Dopo un bel piantino di mezz'ora sulla fetta biscottata con marmellata all'albicocca e vani tentativi di consolazione del Paparino assonnato, mi sono rassegnata a non avere quattro mura da imbiancare istericamente di azzurro e rosa. Si sa, del resto, che quelle incinta in stato di grazia hanno una stracavolo di cameretta da arredare per il bambino in arrivo, no? Beh, noi attualmente deficitiamo anche di un numero di casa, benissimo! Ecco come un progetto-famiglia può naufragare miseramente ancor prima di iniziare. Tutte le certezze (poche!) dei primi mesi di gravidanza sono svanite una ad una mentre la pancia cresceva, e voi con lei... e ora navighiamo senza gps. Eppure, a ben guardare, mentre siamo qui a riflettere su come sbarazzarci della casa precedente, come vendere tutti i mobili, come organizzare un trasloco, come trovare una nuova casa nella nuova città, come partorirvi senza cataclismi, come non farsi venire la depressione, eccetera eccetera.... sono felice. La nuova vita fa paura, ma l'amore che vi circonderà sarà tanto. Forse confuso e imballato in qualche scatolone fra padelle e vestitini, ma sarà bello, e so che saremo un Progetto-famiglia talmente ben fatto da poterlo presentare fra gli esperimenti scientifici in mostra alle scuole medie. Vi accorgerete voi stessi di quanto sia bellissimo vivere, nonostante tutte le fatiche e le difficoltà. Parola di Mammina.

Questo post partecipa al blogstorming

lunedì 21 marzo 2011

TAGLIATEGLI LA TESTA!!!

Scusate la latitanza. Abbiamo fatto una visita importante, e ora abbiamo ripreso la posizione di comando sul divano. Tuttavia, con una notiziona pazzesca fra le mani! Pochi giorni fa un tandem bioarcheologa-antropologo ha pubblicato uno studio sull'Historical Journal, nel disperato tentativo di riabilitare agli occhi del mondo la figura di Enrico VIII. Fatto sta che il gentile reggente cinquecentesco era uno stronzo, ma uno stronzo di quelli che è meglio perdere che incontrare, soprattutto se sei una donna aspirante regina inglese. Delle sei mogli che cambiò, ad una fece perdere la testa nel senso psichiatrico, ad una la fece perdere fisicamente, e le altre non ne uscirono certo particolarmente bene... Secondo le ricerche inglesi dell'ultima ora, invece, il povero Henry sarebbe stato affetto dalla rarissima sindrome di McLeod (in tutto 150 casi conclamati...mah...) che l'avrebbe trasformato nell'arcigno isterico obeso passato alla storia. Prima, tutt'altro. Gli studiosi ipotizzano un adone simpatico, elegante e cortese che sui quarant'anni subì l'odiosa trasformazione, ma poverino, solo a causa della grave malattia. Per arrivare ad osare tanta supposizione, ci si basa sull'analisi dei rapporti di coppia - a dir poco travagliati - del buon re, e la conclamata difficoltà di procreazione sua e delle regine. Caterina d'Aragona e Anna Bolena, le prime fortunatissime mogli del nostro amato, ebbero entrambe molti dolorosi aborti, prima di partorire faticosamente due figlie (femmine, povero Henry, per l'erede al trono dovette aspettare ancora, e anche il delfino non durò granchè). Questo dovrebbe confermare l'ipotesi della sindrome di McLeod, perchè la malattia sarebbe scatenata da un difetto genetico del sistema di gruppo sanguigno Kell (rarissima anch'esso, ovvio) che impedisce ad un Kell positivo (Henry) l'accoppiamento sano e fruttuoso con una Kell negativa (Caty e Anna, nella fattispecie). Insomma, le gravidanze disastrose delle regine sarebbero la cartina di tornasole di una grave malattia del povero Henry, e l'immagine fuorviata che passò alla storia del dispotico sovrano va rivisitata. Che il nostro amato reggente abbia fatto tagliare la testa alle mogliettine e abbia causato lo scisma della chiesa anglicana per un problema cromosomico, piuttosto che per qualche capriccio? Misteri della provetta. E a proposito di provette, concedetemi un'osservazione: per una donna abbondantemente incinta come io ormai sono, non c'è di peggio che dover centrare una provetta o un bicchiere come richiesto all'esame urine. Incinta perdi la cognizione e la dimensione del tuo corpo, oltre a non vedere più nulla che sia al di sotto della pancia... Come per Henry, la trasformazione da agnellino a orco ha inizio anche per me. Si salvi chi può!!!!

giovedì 17 marzo 2011

DOMANI SARA' UN GIORNO MIGLIORE, VEDRAI...

Con estremo piacere pubblichiamo il primo contributo esterno inviato al blog (che onore!) dal nostro amico Karim. Le sue dissertazioni su cosmologia e metafisica varia arricchiscono da anni le nostre serate, e anche per questo lo ringraziamo...

DOMANI SARA’ UN MONDO MIGLIORE, VEDRAI...
Inquinamento, riscaldamento globale, catastrofi nucleari e continue lotte di potere per riuscire a prevalere sui più deboli. Questo è il mondo nel quale stanno per fare la loro comparsa i tuoi due piccoli marmocchi. Molti ti diranno che in un posto così non valga la pena far nascere dei bambini perché la vita gli riserverà solo sofferenza, ma si sbagliano. L’essere umano è l’unico che può garantire la sopravvivenza del nostro pianeta, potrà certo cercare di distruggerlo in ogni modo, ma lo fa in buona fede e senza di lui il senso stesso della vita verrebbe meno. Da millenni la natura ci insegna che gli esseri viventi devono cibarsi, riprodursi ed interagire con l’ambiente circostante e l’uomo è l’unico che sia stato in grado di aggiungere un componente in più, la conoscenza.
Quest’ultimo punto ci garantirà la sopravvivenza riuscendo a migrare su altri pianeti, altri sistemi solari o addirittura altri Universi, portando con noi parte delle più variopinte specie animali e perché no i figli dei tuoi figli.
Non siamo esseri perfetti, ad esempio usiamo lo stesso buco sia per mangiare che per respirare rischiando di strozzarci, ma niente lo è, ed indipendentemente dai nostri comportamenti pseudo distruttivi, bisogna considerare che viviamo in un mondo morente che orbita intorno ad un sole destinato a raffreddarsi e che è solo una delle tante stelle presenti nel nostro Universo che finirà inevitabilmente per spegnersi lentamente. E se noi non faremo qualcosa per evolvere, a discapito di alcune convenzioni sociali ed etiche che frenano lo sviluppo tecnologico, dovremo rassegnarci ad essere dei semplici spettatori finché l’ultimo soffio vitale di qualche essere sopravvissuto spegnerà l’ultima fiammella rimasta accesa e come una mamma, dopo aver rimboccato le coperte ai suoi due bambini, augurerà una buona notta eterna all’intero cosmo.

CHI??? IO INCINTA??? MA NO, NON SCHERZIAMO...

Se ce l'ha fatta lei, a "lavorare" col pancione...
Ho passato le ultime ore a cercare disperatamente lavoro. So che sono leggermente impedita, attualmente, e che lo sarò anche fra qualche settimana, dopo il parto. Ma pensavo che qualche collaborazioncina da casa non poteva certo far male alle casse della nostra sgangerata WannaBeFamily... A pensarci bene, ci hanno ricoverato in ospedale per i giorni della vestaglia il primo marzo. Il giorno precedente, 28 febbraio, io, E.&M. eravamo andati zitti zitti in missione speciale a Roma a fare l'esame da giornalista professionista. I due eroi del grembo se ne sono stati mansueti come non mai per tutta la durata dell'orale, forse impietriti da un'inquietante commissione di dieci giornalisti e magistrati pronti a farci culturalmente a pezzi. Neanche il tempo di festeggiare alla grande, che ci avevano già catapultato a Treviso dalla nonna, ficcato addosso la vestaglia rosa, le ciabatte e la flebo, amen. Niente bevutina con gli amici, ore piccole (le undici di sera, che ormai son già piccolissime, eh...), serate sfrenate. Va beh. Solo ora, tra letto e divano, possiamo cercare un po' di lavoro oltre che un po' di riposo. Ma cosa cercare, dannazione? Sono giornalista professionista, uau! Niente, nessuna risposta ai curriculum inviati. Neanche gli anni di pratica al manifesto e a radio popolare evidentemente sono valsi un granchè. Del resto, di certo non sono attualmente in grado di presenziare in alcuna redazione, quindi scartiamo il giornalismo televisivo (scusa, Emilio, so che mi volevi come nuova meteorina...). Passiamo agli incarichi freelance. Ma...ma....maccome!!! Tutti stage non retribuiti??? Disdetta! Potrei far leva sul fattore gravidanza? Tipo: "Dai fatemi lavorare da casa, anche se a letto riesco a scrivere, giuro! Guardate che cazzate scrivo sul blog!" No, non credo andrebbe, anzi. Tutte le ex-gravide che conosco, poi, mi hanno sconsigliato vivamente di citare anche solo di striscio lo stato di gravidanza. Clamoroso! Nel 2011? Impossibile! Per capirci, la mia amica C., promessa dei dottorati universitari, è stata silurata dopo aver avuto il primo figlio. Credete sia uno scherzo? Non è così. La maternità, ad oggi, è ancora ben lontana da essere un diritto. Come C. mi disse una volta, il segreto è fingere di non essere incinta. Non farsi beccare fino all'ultimo, temporeggiare, confessare solo sotto tortura. Pensavo esagerasse, ma mi accorgo che tutti i colleghi giornalisti ultimamente tendono a considerarmi fuori dai giochi. Sarà che lo sono davvero? Comincio a pormi l'amletico dubbio. Madre, o giornalista. Aut aut o paranoia da disoccupata? Fra qualche mese avremo le risposte.

Lettura consigliata: J. Sprenger e H. I. Kramer, "Il martello delle streghe. La sessualità femminile nel transfert degli inquisitori", Spirali ed.

mercoledì 16 marzo 2011

QUELLA MALEDETTA DOMENICA!

16/01, Lecce-Milan (finita 1-1, per la cronaca!)
Va bene, va bene, va bene. Poveri E.&M., so che ieri sera vi siete sentiti un po' shakerati, ma era questione di vita o di morte, o quasi. L'andata... era andata... com'era andata..., con quello 0-1 rosicato al 90° che faceva davvero male... Ma ieri, ragazzi, che partita! Quel drammatico 2-1 per il Bayern è stato stravolto al secondo tempo, una squadra che quasi pareva essere tornato l'Unico, Lui, il Mou. Non proprio così, ma già altra cosa dall'Inter sonnolenta e depressa del povero ciccio Benitez. Insomma, ragazzi miei, abituatevi. Fra le grandi passioni degli uomini, al mondo, c'è una cosa chiamata calcio. Prima mammina era un po' freddina a riguardo, giusto per le solite validissime motivazione di sinistra che però, ad un certo punto... che palle! Scoprire la passione per il calcio, calcare per la prima volta le gradinate di san Siro (lo stadio più bello d'Italia), solidarizzare con sconosciuti e odiare i propri fratelli per 90 minuti, fanno parte di un rituale affascinante e viscerale che magari conquisterà anche voi. Certamente ha conquistato il vostro paparino, che dell'Inter ha quasi pure le mutande! Fortunatamente ieri quell'altro esagitato non era a vedere la partita con noi, perchè se no si sarebbe arrampicato sopra la libreria! Sappiate, così, a titolo informativo, che i vostri quasi genitori si incontrarono in un lontano giorno di finale di Champions - altra vita, altra storia - sempre fra Inter e Bayern. Il risultato non sto a dirvelo, scoprirete tutto appena nati o poco dopo. E sempre per dovere di cronaca, cari E. e M., voi stessi siete stati concepiti poche ore prima di andare a san Siro a vedere la finale di Supercoppa contro la Roma, ormai quasi 9 mesi fa. Visto l'andazzo, ieri sera ho quasi temuto di dover partorire dall'agitazione, soprattutto con quel gol all'87° che ci ha garantito la qualificazione. Fortunatamente abbiamo ancora un po' di tempo. Poi ci occuperemo della finale di tutte le finali, la vostra nascita, che invece di chiudere il campionato lo aprirà per sempre. E lì, altro che Ribery o Robben da scavalcare... Chiamiamo Mourinho in nostro soccorso...!!

Lettura consigliata: R. Kapuscinski, "La prima guerra del football", Feltrinelli

domenica 13 marzo 2011

IL BALLO DELLE DEBUTTANTI (SENZA RUBY RUBACUORI)

Una donna single parla di milioni di cose. Una donna fidanzata parla di centinaia di cose. Una donna che ha avuto dei figli parla di decine di cose. Ma una donna che ha appena partorito, o l'ha fatta negli ultimi mesi, parla SOLO di una cosa: IL SUO PARTO. E non risparmia niente, dai dettagli più splatter a quelli più inquietanti. Anzi, con quella venuzza accesa sotto l'occhio, gode a spiegarti come lei sia sopravvissuta sottintendendo un "chissà a te come andrà, bella mia...". Ieri sera, al ristorante, una perfetta sconosciuta con abbondante nonchalance ha trattenuto la sottoscritta narrando di come lei sia stata ricucita "dal fondoschiena alle gengive" dopo 27 ore di travaglio e un cesareo d'urgenza. Trepidante come una fanciullina con carnet de bal al suo primo ballo, mi appresto ad essere emotivamente sverginata e tramortita dalla prima gioia della maternità. Poi passerò il resto dei miei giorni a rovinare la cena alla donna incinta del tavolo accanto. Sotto a chi tocca.

Lettura consigliata: B. Craveri, "La civiltà della conversazione", Adelphi.

venerdì 11 marzo 2011

EDUCAZIONE DI M.

Dove -M- non sta per la scurrile declinazione che state pensando, ma per il nome della mia futura figlia.
Insomma, ti preparano a paranoie e paragioie della maternità, ma nessuno ti insegna come educare un figlio. Oppure, anche peggio, una figlia. Di certo E. non correrà il rischio di voler passare i suoi giorni a sculettare in tv. Non perchè sia più intelligente o strutturato di M., ma per una banale, ovvia e ridondante cultura maschilista in cui cresceranno mio malgrado. Allora pensavo... Come arginare il disastro? Incidendo il più possibile nel primo periodo di vita dei microbi, ovvio! Plasmando le loro povere piccole menti inermi, creerò un mostro di femmismo e autodeterminazione!! M., tu sarai il risultato dei miei deliri di onnipotenza, hahahah!!! Scherzavo, poverina. Tanto ormai devi uscire e tua madre sarò io, quindi non hai scampo! E poi, a pensarci bene, qualcosa bisogna fare.
Cara M., questo è ciò che ti accadrà:
1- Ti saranno vietate le barbie, istigatrici di modelli SBAGLIATI di corpo (e personalità) femminile. Anche io da bambina ho dovuto rinunciarvi, non ti credere. In verità appena potevo fuggivo a casa della mia compagna Silvia Portantiolo che aveva 10 barbie, 4 ken e pure la casa con l'ascensore rosa, ma questo non te lo confesserò mai.
2- Il rosa non è bello, dannato paradigma di femminilità, anzi, a noi il rosa CI FA SCHIFO. Concordi? Si, per ora concordi.
3- Candy Candy o l'equivalente odierno non ci piace. Non ci piace la televisione tutta. E neanche quelle sfigate di Cenerentola e Biancaneve ci piacciono, che se non c'è il Principino a salvarle non combinano una mazza. Bocciate tutte.
4- I nostri modelli di vita saranno Simone Weil, Marie Curie e Janis Joplin. Ecco, magari cureremo il look un po' più di loro, giusto per non rimanere entrambe zitelle a vita, ma questo non lo ammetteremo mai.
5- Tuo fratello E. sarà costretto a osannare la nostra femminilità repressa ogni mattina recitando la litania: "Oh ti prego Ganesh, fammi fidanzare con una femminista bella e forte come la mamma e mia sorella, amen", mentre noi lo perdoneremo con un "E., ego te absolvo per essere maschio".
Che spasso, cara M., il nostro sarà un soviet bellissimo! Speriamo non arrivi tuo padre a rovinare tutto!

LETTURE CONSIGLIATE per approfondire la questione: "Dalla parte delle bambine" di Elena Gianini Belotti, 1973.

giovedì 10 marzo 2011

AAA GRAVIDANZA MISTICA CERCASI

A che mese ero.. quarto, forse quinto. Ho pianto mezz'ora dopo aver visto un servizio - forse particolarmente intenso, chi può dirlo... - al Tg1. Ecco, considerato quanto poco emozionante sia Minzolini in tutte le sue espressioni, possiamo senz'altro addebitare la responsabilità di quanto accaduto ai mitici ormoni della gravidanza. Che ti fanno ridere, piangere, ridere, piangere, piangere, e soprattutto piangere senza apparente motivo, spesso gettando nel panico il presunto padre del bambino. Che, poverino, si chiede cos'abbia fatto di male. L'alterata sensibilità della donna incinta, tuttavia, non le impedisce di intendere e volere. Guai a trattarla come una demente. Del resto, ci pensa già lei da sola, a volte. Il web è pieno di nauseanti siti rosa, gommosi e diabetici, su quanto l'esperienza della gravidanza sia mistica e totalizzante. Orde di madri in grembiulino e torta pinoli&cioccolato si scambiano opinioni e occhiatine virtualmente complici sull'ebrezza di queste dolci sensazioni, su quanto sono belle le nausee e il mal di schiena se vissute con sacrificio e amore. Il tutto fra immagini di cuoricini, ciucci, fiocchetti, minuscoli nuvolette colorate. Santo cielo. Qualunque donna legga quelle righe, si sente una madre fallimentare in depressione post partum...ante litteram. Pare che la gravidanza ce l'abbiano solo loro. Almeno quella, patinata e piacevole. Dov'è????? Fortunatamente ho constatato come le mie amiche non fossero poi conciate meglio di me. Del resto come può stare una con i gonfiori, le nausee, il vomito, il rimbambimento, la sonnolenza, la tachicardia, le emorroidi, i mal di schiena, la cattiva digestione, il cattivo sonno, la pipì 6 volte a notte, i brufoli, i crampi notturni... O ascolti la canzone Ave Maria di De Andrè 80 volte al giorno e ti convinci che anche tu, si, sei in stato di grazia perenne, oppure ti arrendi all'evidenza che anche la gravidanza sia una fase naturale della vita, che non va necessariamente caricata di ormoni oltre il limite di tolleranza. No, non fate così - scherzavo. Ma secondo me neppure delle droghe molto, molto pesanti hanno effetti simili. Neanche ora, nei giorni della vestaglia - che fanno molto termidoro francese - il mio spirito di sacrificio è sufficientemente sviluppato. E dopo mesi passati a chiedermi se fossi io ad essere in errore solo perchè non provavo emozioni mistico-narcisistiche ad ogni calcetto dei bambini nella pancia, ho deciso che non c'è nessun errore. Insomma, sfido chiunque a tenersi E. e M. per un'oretta nell'addome e a dirmi come ci si sente. In questo mix fra pogo da Sex Pistols in concerto e martello pneumatico in zona Garibaldi-Isola a Milano. Lo stato di grazia può anche aspettare, forse. E essere buone madri non sarà mica legato a quanti cuoricini metti di fianco al loro nome, no? NOOO??? Se no, qualcuno mi insegni come si fa ad essere un po' più zuccherosa. Il manuale della mammina perfetta esiste? Regalatemelo, vi prego.

mercoledì 9 marzo 2011

GISELLE & MALM

Va bene, ammettiamolo. Vedere una delle solite modelle che ci bombardano l'autostima sui giornali o sugli schermi scatena in qualunque donna i seguenti istinti, in rigoroso ordine di presentazione: 1- emulazione, 2-rassegnazione, 3-odio, 4-rassegnazione, 5-consolazione.
Ma alla fine, soprattutto se siamo donne di media autostima (ancor meglio se di sinistra), il confortante dogma "ma io ho altre indubbie qualità" è sufficiente a farci restare a galla fino alla prossima pubblicità di intimissimi (che non comprerò mai più solo per fare un dispetto alla modella RIFATTA che mi fa schiattare d'invidia). Il punto è: quando una è incinta, la situazione precipita. Il tuo modello di riferimento non è più Giselle Nonsocosa la top model, ma la cassettiera Ikea modello Malm 80x43x123, impiallacciatura di betulla. La guardi e sai che la tua forma è più simile a lei che non a Giselle, ormai. Ti batte persino sul peso: la porti a casa sollevando solo 59,2 kg a fronte dei tuoi 70. Odio. Vorresti infilare Giselle nella cassettiera a pezzi, oppure fare a pezzi la cassettiera e spedirla a Giselle. Invece no, la cassettiera è lì e ti guarda, ti indica, ti deride dalla camera da letto.
La soluzione è non pensarci. Restare arenata sul tuo divano de luxe cercando di migliorare il tuo blog, senza valutare quanti cm quadri stai occupando. E senza guardarti MAI le caviglie, che ormai il segno dei calzini c'è anche quando non hai i calzini, da quanto ti si sono gonfiate le zampogne. Ma i giorni della vestaglia finiranno, vedrete! E anche il compensato Ikea non sarà eterno. E tu, Giselle, stai attenta. perchè "IO ho altre indubbie qualità, che tu e Malm non avrete mai". Spero.

martedì 8 marzo 2011

FESTA DI QUALI DONNE?

Tra l'altro, oggi è la festa delle donne. Non che la cosa ci riguardi, noi aspettiamo venga istituita quella della balena arenata incinta. Piuttosto, è un pochino sconfortante la notizia sul corriere: per l'occasione, due differenti manifestazioni per le donne di sinistra a Roma. Alla faccia dell'unità... Appuntamento A: "se non ora quando" in versione 8 marzo. Appuntamento B: collettivi femministi, in versione 8 marzo. Sono contenta di non dover scegliere a quale corteo partecipare. Sarebbe come indugiare fra una torta di mele e cannella con zucchero a velo e una torta di cannella e mele con zucchero a velo. Datemele, e basta, poi ci penso io a fare le dovute distinzioni. E' nettamente ora di merenda.

PRESENTAZIONI!

Prescrizione: riposo assoluto. Divano-letto, letto-divano, da qui al nostro personalissimo giorno del giudizio. Siamo in tre, da qualche mesetto. Oltre alla sattoscritta, c'è E., bello paffuto, seduto sul fondo dell'utero come fosse una sedia a straio. La sua sorellina, M., è un po' più piccolina di quanto dovrebbe essere per la sua "età", forse per la posizione ad arcobaleno che ha assunto nella parte alta della pancia, sopra all'ombelico. A fare la ginnasta, si è accartocciata lì in alto e solo se la mamma resta stesa riesce a mettersi comoda. Partiamo bene. La data prevista per l'uscita trionfale dal grembo materno è l'otto maggio, due mesi esatti a partire da oggi. Per la scarsa crescita di M. siamo stati ricoverati per 5 giorni, cose che succedono ad essere in tanti nella stessa pancia! Ora ci hanno lasciato andare a casa, in attesa di nuovi controlli. Se la signorina si decide a crescere per bene, possiamo restare uno e trino per tutto il tempo necessario, altrimenti ci toccherà affettare l'addome della mamma prima dell'ora... Comunque, ogni giorno che si passa in più nella pancia è un giorno guadagnato, ci hanno detto i dottori. Quindi eccoci qui, fermi fermissimi sul divano, in attesa che i giorni scivolino lenti mentre M. cresce!

Cose da fare prima del debutto in società dei due eroi del grembo:
- finire di leggere il libro di Roal Dahl, certamente aiuterà M. a crescere un po'
- imparare ad aggiornare il blog che oggi abbiamo miracolosamente imparato a fare
- mangiare meno, il concetto di balena arenata sul divano lo stiamo sufficientemente testando
- trovare una carrozzina doppia di seconda mano, e un sacco di altre cose necessarie per la sopravvivenza infantile. aiuto.
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Quotes

"Il paradosso è la cattiveria degli uomini che hanno troppo spirito". Émile Faguet
 

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