lunedì 26 settembre 2011

LA DOCCIA MALEDETTA

Oddio lo sfacelo. Oddio la fine del mondo. Oddio.
L'ora più difficile della mia vita mi sta passando sotto il culo (scusate il virtuosismo, giustificato dal panico)! Peggio di quando alle medie il tipo che ti piace si fa quella di terza che ha già un po' di tette, e peggio dell'esame di maturità. Antefatto: Un paio di mesi fa, R., mia carissima amica, mi scrisse un sms dal tono angustiato perchè la baby sitter aveva portato al parchetto sotto casa suo figlio di 6 mesi per la prima volta. ricordo benissimo di essermi fatta una risata tra me e me per l'irrazionalità della reazione di R., poverina, quando è EVIDENTE che non accadrà nulla.
INVECE NO, AVEVA RAGIONE LEI!!!!! Eccomi qui, a ben 14 minuti di distanza dalla prima uscita di E&M da soli con la baby sitter, NEL PANICO PIU' NERO......
Azioni svolte per cercare riparo mentale dall'insana persuasione che sia il caso di chiamare la baby sitter un minuto si e l'altro pure per verificare che tutto vada bene:
1- chiamare l'amica R. per cercare conforto (lei che ha superato il dramma). Mi dice: "vedrai che va tutto bene, sono bravi". Io dico: "sono bravi??? ma no, loro saranno anche bravi, ma se li investe una macchina?" E lei che dice: "Oddio, dici?" Col clamoroso risultato di insinuare il dubbio di un tamponamento a catena di passeggini pure in lei.
2- telefonata al padre dei miei figli che, invece di drammatizzare l'apocalisse in corso, liquida la mia tragedia. Come informare uno di un attacco alieno in corso, e questo risponde che oggi pomeriggio c'è la partita (un maschio, ovvio.)
3- mangiare un saccottino (finora, l'azione più confortante)
4- vomitare in questo blog tutta la mia ansia
eppure, sapete cosa vi dico? NON FUNZIONA NULLA! L'irrazionale prevale sul razionale. Ho abbandonato i miei figli per potermi fare una doccia in pace. Madre snaturata!!! Vergogna!!!

Bene, ora mi faccio sta cavolo di doccia, e se poi tornano tutti interi loro e anche la baby sitter...beh....non mi laverò mai più!!!!!

domenica 25 settembre 2011

E POI, MADRI PER SEMPRE

Ed  è così, insomma, senza neppure rendertene conto, che ti tolgono dalle mani il tuo pacchettino di definizioni pronte per l'uso, a cui sei caramente abituata, e ti lanciano in tutta fretta quello nuovo. "Mamma", c'è scritto. Uau. Peccato che il pacco sia vuoto, e lo scopri subito. La definizione di te in quanto madre è in divenire. L'amore dei tuoi genitori - se tutto va bene - è dato per scontato. L'amore per un uomo - se tutto va veloce - è un colpo di fulmine improvviso e totalizzante. L'amore per tuo figlio - se tutto si ferma un attimo e ti concede il tempo di rifletterci su - è un sentimento lento, uno spazio da conquistare con la pazienza, con l'abitudine, con l'attesa. E poi, con la presenza stessa di una persona che prima non c'era, e che resterà legata a te per sempre e che all'inizio da te dipende per sopravvivere.
Non si nasce madri, questo è certo. E mentre ti trovi impegnata ad abituarti al piccolo alieno che hai fra le braccia, che ti incanta ma che non ti spieghi, scopri che il tuo nuovo pacchettino di definizioni è ancora vuoto di te, e devi lavorarci su per scoprirti diversa da come - ne sei certa - eri fino a poco prima. Mi è sempre risuonata in mente una strofa di De Andrè quando cantava le donne, e le definiva "femmine un giorno, e poi madri per sempre".  A ben pensarci, già nel caos dei primi giorni (- mesi - anni??!?!?! -) è evidente come non ci sia verità più grande.

domenica 11 settembre 2011

ACCADDE UNA NOTTE


Ok, alla soglia del quarto mese ci provo. per riprendere a scrivere, volevo partire dall'inizio. dal nuovo inizio. insomma, dal parto. penso che quello passato sinora sia un tempo di elaborazione sufficiente per non sembrare una psicotica che scrive amenità illeggibili su un blog semi-abbandonato. quindi cercherò di indorare la pillola, nella tragica eventualità che qualche donna incinta capiti da queste parti e scopra di non poter più tornare indietro dall'evento più sconvolgente, tragico, doloroso, meraviglioso della sua vita. comunque, e fin qui non ci piove, partorire è una pazziaaaaa!!! (nooo, scherzavo, lettrice incinta, figurati! è una passeggiata!)... la prossima volta (COSA??QUALE??) prima mettetemi in coma farmacologico, poi estraete il//la/i bambino/a/i e svegliatemi dopo 3 giorni.
fatto sta che il fatidico 20 aprile me ne sono andata tutta sgargiante in ospedale ad aspettare il lieto evento, felice di non dovermi più portare appresso quei 26 chili che avevo messo su (ops..). me ne andavo lieta come stessi andando a scartare i regali la mattina di natale: della serie, andò per scartare, e venne scartata. dato che E&M, avendoci visto giusto, non volevano saperne di uscire, mi hanno praticato la fatidica "induzione". cara lettrice incinta, ti risparmio le spasmodiche descrizioni di 15 spasmodiche ore di contrazioni (spasmodiche) senza travaglio. ma noooo, cosa ti viene in mente, non faa maleeee..e poi..... I DOLORI DEL PARTO TE LI DIMENTICHI SUBITO (?!?!?!?!?!?!?!?!?!?!!!)
facciamola breve: a mezzanotte spediscono a casa parenti e compagnia, e spediscono a letto me perchè da troppe ore non succede una mazza. io filo in branda con le mie contrazioncine non prima di aver vivamente protestato perchè a digiuno dalla mattina precedente (e non sia mai!). strappo il permesso del medico di mangiare un paio di fette biscottate con un tè caldo - "tanto fino a domattina di certo non succede niente!" - ed ecco quindi che mi strafoco le due misere fette che compongono la dose ospedaliera, e anche i 3 pacchetti che avevo nascosto per eventuali emergenze. tutta tronfia della mia abbuffata finale vado a letto, spengo la luce, e dopo 2 nanosecondi (mentre ancora sto autoconvincendomi "nonfamalenonfamalenonfamale"), un sordo rumore e una sensazione tipo "sono in terza elementare è ricreazione e oddio me la sono fatta addosso, perchè ho indugiato a giocare in giardino e non sono andata in bagno, mò cosa gli dico alla maestra!" si impossessa di me. dicesi rottura delle acque, inizia la festa. richiamo indietro fidanzato e mamma, e mi aggiro a piedi per il reparto cercando un'ostetrica o chi per essa. trovo tre qualcosa -ostetriche, medici, infermieri, spazzini, è uguale ma qualcuno faccia qualcosa, aiutoooo- intenti a girarsi i pollici e impegnati nelle seguenti attività:
1-solitario al pc
2-stare in equilibrio su una sedia a rotelle tipo "scrubs"
3-chiacchierare sonnolentemente
sguardi d'odio nella mia direzione. giustamente. solidarizzo, ci mancava la partoriente gemellare naturale dell'una di notte. come quelle che entrano "a dare un'occhiata" nel tuo negozio a 5 minuti dalla chiusura e le faresti mangiare tutto il reparto cosmetici per punizione. niente, mi odiano anche se sorrido. mi fanno sdraiare su un lettino. vabbeh. fin qui, tutto bene.
poi, tipo illuminazione sulla via di damasco, arriva il disastro.  un'onda anomala, travolgente, un dolore viscerale ma che ve lo dico a fà tanto solo una che l'ha provato lo capisce. ecco, signore e signori, LA CONTRAZIONE. vi risparmio i dettagli. vai tranquilla, lettrice incinta, sto scherzando solo per creare il climax (...). dal dolore - seriamente, dal dolore - tutte le fette biscottate incautamente trangugiate escono dalla bocca come fuochi d'artificio travolgendo di netto le due ostetriche che ho davanti e che usano persino la tendina del separè per fermare la fuoriuscita improvvisa (ecco, ora non mi odiano più, noooo... ora mi amano, mi faranno di certo l'epidurale, dopo questa).
sorvolo - sempre per il bene della nostra incauta lettrice incinta - sulle ore di agonia, il rumore, l'epidurale chiesta a denti stretti, il sudore, le quindici persone in sala parto, eccetera. fatto sta che partorire sembra davvero uno squartamento da film di quarta categoria. gira e rigira, per non tediarvi troppo, diciamo così: alle ore 3,43 è uscito E, alle 3,50 M. e da quel momento, nulla è più come prima... la prossima volta vi spiegherò cos'è successo dalle 3,51 del 21 aprile in poi: tutta un'altra storia!
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"Il paradosso è la cattiveria degli uomini che hanno troppo spirito". Émile Faguet
 

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