venerdì 25 marzo 2011

TEMPUS FUGIT

Ohhh...ed eccoci finalmente ad uno dei must della maternità, ovvero: il mio compagno ha ancora una vita...e io no??!!?!?!?!?! No, evidentemente. Questo dev'essere uno di quei famosi momenti in cui la futura mammina se ne rende conto. Paparino è in giro ad inseguire attività che scivolano tra il dovere e il piacere tipo pendolo di Foucault, e lo si becca subito dal tono di voce pimpante. Noi invece dobbiamo annoiarci mortalmente sul divano della nonna per ore ed ore (anche a me, quando lavoravo, pareva un sogno, ma quando il riposo è coatto non sembra più così entusiasmante...). L'uscita -faticosissima, come sempre- di oggi è stata dedicata a "informiamoci su questi benedetti pannolini lavabili" (con scarsi risultati perchè non ci capisco ancora una mazza) e ha toccato il vertice del piacere con una toccata e fuga in libreria. Acquisti del giorno: Il dono, di Nabokov. Il deserto dei tartari, di Buzzati. Il linguaggio segreto dei neonati, di una certa Tracy Hogg ("non puoi non averlo letto se stai per avere dei figliiiiii").  Sarei rimasta e avrei dato fondo al bancomat, non fosse che mal di schiena e altre fisiologiche esigenze mi hanno presto trascinato a casa. Mentre intorno a noi tutto si dipinge inesorabilmente di colori pastello e l'odore inconfondibile di neonato e crema emolliente si impossessa del nostro olfatto, non posso fare a meno di chiedermi se sia davvero inevitabile dover rinunciare a tutto il resto della vita. Voglio dire, avrò il tempo materiale di arrivare alla fine di due libri che ho comprato oggi, per esempio? Forse lo sbalzo non sarà così drastico, ma a volte già l'attesa della nascita di E&M si fa impaziente... quando non sei ancora madre e non sei più una single rampante....che cosa cavolo sei?? Poi, un padre resta un uomo, un lavoratore, un amico, un amante. Una madre invece sembra diventare una madre e nient'altro, almeno per un po'. Sarà davvero così?? Dove si pescano le energie e le strategie per trasformarsi e ricreare un equilibrio sereno anche nel momento di massima trasformazione? Ai posteri l'ardua sentenza!

PROGETTO-FAMIGLIA, OVVERO IL DRAMMATICO CASO DELLA MARMELLATA DEL MULINO BIANCO

Alla perenne ricerca di migliorie e idee per il blog sui giorni della vestaglia, mi sono imbattuta in uno dei tantissimi blog (centinaia?migliaia?) che si occupano di maternità più o meno insana e relativa gestione dei pupi una volta nati. Insomma, su tale "genitoricrescono" c'è una cosa chiamata blogstorming che mi è parsa molto interessante, e si basa sulla condivisione di post su un argomento selezionato ogni mese. Tu pubblicizzi il blog, loro pubblicizzano te, una cosa del genere. Premesso che lo faccio perchè hanno suscitato in me grossa ilarità inventando l'angolo "genitorisbroccano" in cui puoi urlare tutto quello vuoi su tastiera insonorizzata, pensavo di partecipare all'iniziativa. Solo che il tema del mese, pensa che sfiga, tocca una delle corde più delicate della nostra attuale condizione, ovvero il concetto di "Progetto-famiglia". Cito testualmente: Due cuori, una capanna, un bebé, ed ecco che il Progetto Famiglia ha preso forma. O quasi. Ma quale è la differenza tra un progetto sconquassato e uno che funziona? Panico. Ansia. Ansia. Panico. Da queste parti non solo non si vede l'ombra della famiglia, ma manco quella del progetto! I due cuori sono bradicardici, i bebè sono due, e la capanna è venuta a mancare pochi giorni fa... Il nostro tema ideale sarebbe piuttosto neo-coppia-allo-sbando-con-grossi-guai-in-arrivo!... E invece... vi dimostrerò come senza famiglia, e senza progetto, si possa inventare la migliore delle svolte esistenziali! Cari E&M, siete ancora dei microbi chiusi in un utero certamente strettino, ma non ha senso raccontarvi fandonie: io e PaparinoVostro ci siamo conosciuti poco tempo prima di avere la geniale idea di giocare alla roulette russa, e poco dopo sono usciti sia il rosso che il nero, una bella coppietta di gemelli! E allora? In effetti non abbiamo avuto grossi dubbi sulla scelta di tenervi con noi, ed eccoci qua, a pochi giorni dalla vostra nascita, a cercare di finire un puzzle appena scartato e con troppi pezzi da incastrare! Naturalmente, affinchè il destino potesse infilarci il suo zampino beffardo e cinico, nello stesso periodo MamminaVostra non ha più un lavoro, e Paparino è appena stato assunto in un super posto dove inizierà un lavoro favoloso fra due settimane... dall'altra parte dell'Italia, pensate un po'!!! Così, come se non bastasse, i nostri giorni della vestaglia dobbiamo passarli in prestito sul divano trevigiano di nonna e non sull'ex divano della nostra ex casa milanese, mentre Paparino si spara 600 chilometri per cercare una casetta che accoglierà anche noi quando sarete abbastanza grandi da trasferirci. Risultato? Stamattina, a colazione, trovo un mega concorso a premi sul vasetto della marmellata, e cercando di compilare il foglietto mi rendo conto di non sapere neanche più quale cavolo di indirizzo scrivere per partecipare all'estrazione... Niente di più tragico. L'associazione -colazione-Mulino bianco-progetto famiglia felice-non abbiamo manco più una casa- produce risultati disastrosi. Dopo un bel piantino di mezz'ora sulla fetta biscottata con marmellata all'albicocca e vani tentativi di consolazione del Paparino assonnato, mi sono rassegnata a non avere quattro mura da imbiancare istericamente di azzurro e rosa. Si sa, del resto, che quelle incinta in stato di grazia hanno una stracavolo di cameretta da arredare per il bambino in arrivo, no? Beh, noi attualmente deficitiamo anche di un numero di casa, benissimo! Ecco come un progetto-famiglia può naufragare miseramente ancor prima di iniziare. Tutte le certezze (poche!) dei primi mesi di gravidanza sono svanite una ad una mentre la pancia cresceva, e voi con lei... e ora navighiamo senza gps. Eppure, a ben guardare, mentre siamo qui a riflettere su come sbarazzarci della casa precedente, come vendere tutti i mobili, come organizzare un trasloco, come trovare una nuova casa nella nuova città, come partorirvi senza cataclismi, come non farsi venire la depressione, eccetera eccetera.... sono felice. La nuova vita fa paura, ma l'amore che vi circonderà sarà tanto. Forse confuso e imballato in qualche scatolone fra padelle e vestitini, ma sarà bello, e so che saremo un Progetto-famiglia talmente ben fatto da poterlo presentare fra gli esperimenti scientifici in mostra alle scuole medie. Vi accorgerete voi stessi di quanto sia bellissimo vivere, nonostante tutte le fatiche e le difficoltà. Parola di Mammina.

Questo post partecipa al blogstorming

lunedì 21 marzo 2011

TAGLIATEGLI LA TESTA!!!

Scusate la latitanza. Abbiamo fatto una visita importante, e ora abbiamo ripreso la posizione di comando sul divano. Tuttavia, con una notiziona pazzesca fra le mani! Pochi giorni fa un tandem bioarcheologa-antropologo ha pubblicato uno studio sull'Historical Journal, nel disperato tentativo di riabilitare agli occhi del mondo la figura di Enrico VIII. Fatto sta che il gentile reggente cinquecentesco era uno stronzo, ma uno stronzo di quelli che è meglio perdere che incontrare, soprattutto se sei una donna aspirante regina inglese. Delle sei mogli che cambiò, ad una fece perdere la testa nel senso psichiatrico, ad una la fece perdere fisicamente, e le altre non ne uscirono certo particolarmente bene... Secondo le ricerche inglesi dell'ultima ora, invece, il povero Henry sarebbe stato affetto dalla rarissima sindrome di McLeod (in tutto 150 casi conclamati...mah...) che l'avrebbe trasformato nell'arcigno isterico obeso passato alla storia. Prima, tutt'altro. Gli studiosi ipotizzano un adone simpatico, elegante e cortese che sui quarant'anni subì l'odiosa trasformazione, ma poverino, solo a causa della grave malattia. Per arrivare ad osare tanta supposizione, ci si basa sull'analisi dei rapporti di coppia - a dir poco travagliati - del buon re, e la conclamata difficoltà di procreazione sua e delle regine. Caterina d'Aragona e Anna Bolena, le prime fortunatissime mogli del nostro amato, ebbero entrambe molti dolorosi aborti, prima di partorire faticosamente due figlie (femmine, povero Henry, per l'erede al trono dovette aspettare ancora, e anche il delfino non durò granchè). Questo dovrebbe confermare l'ipotesi della sindrome di McLeod, perchè la malattia sarebbe scatenata da un difetto genetico del sistema di gruppo sanguigno Kell (rarissima anch'esso, ovvio) che impedisce ad un Kell positivo (Henry) l'accoppiamento sano e fruttuoso con una Kell negativa (Caty e Anna, nella fattispecie). Insomma, le gravidanze disastrose delle regine sarebbero la cartina di tornasole di una grave malattia del povero Henry, e l'immagine fuorviata che passò alla storia del dispotico sovrano va rivisitata. Che il nostro amato reggente abbia fatto tagliare la testa alle mogliettine e abbia causato lo scisma della chiesa anglicana per un problema cromosomico, piuttosto che per qualche capriccio? Misteri della provetta. E a proposito di provette, concedetemi un'osservazione: per una donna abbondantemente incinta come io ormai sono, non c'è di peggio che dover centrare una provetta o un bicchiere come richiesto all'esame urine. Incinta perdi la cognizione e la dimensione del tuo corpo, oltre a non vedere più nulla che sia al di sotto della pancia... Come per Henry, la trasformazione da agnellino a orco ha inizio anche per me. Si salvi chi può!!!!

giovedì 17 marzo 2011

DOMANI SARA' UN GIORNO MIGLIORE, VEDRAI...

Con estremo piacere pubblichiamo il primo contributo esterno inviato al blog (che onore!) dal nostro amico Karim. Le sue dissertazioni su cosmologia e metafisica varia arricchiscono da anni le nostre serate, e anche per questo lo ringraziamo...

DOMANI SARA’ UN MONDO MIGLIORE, VEDRAI...
Inquinamento, riscaldamento globale, catastrofi nucleari e continue lotte di potere per riuscire a prevalere sui più deboli. Questo è il mondo nel quale stanno per fare la loro comparsa i tuoi due piccoli marmocchi. Molti ti diranno che in un posto così non valga la pena far nascere dei bambini perché la vita gli riserverà solo sofferenza, ma si sbagliano. L’essere umano è l’unico che può garantire la sopravvivenza del nostro pianeta, potrà certo cercare di distruggerlo in ogni modo, ma lo fa in buona fede e senza di lui il senso stesso della vita verrebbe meno. Da millenni la natura ci insegna che gli esseri viventi devono cibarsi, riprodursi ed interagire con l’ambiente circostante e l’uomo è l’unico che sia stato in grado di aggiungere un componente in più, la conoscenza.
Quest’ultimo punto ci garantirà la sopravvivenza riuscendo a migrare su altri pianeti, altri sistemi solari o addirittura altri Universi, portando con noi parte delle più variopinte specie animali e perché no i figli dei tuoi figli.
Non siamo esseri perfetti, ad esempio usiamo lo stesso buco sia per mangiare che per respirare rischiando di strozzarci, ma niente lo è, ed indipendentemente dai nostri comportamenti pseudo distruttivi, bisogna considerare che viviamo in un mondo morente che orbita intorno ad un sole destinato a raffreddarsi e che è solo una delle tante stelle presenti nel nostro Universo che finirà inevitabilmente per spegnersi lentamente. E se noi non faremo qualcosa per evolvere, a discapito di alcune convenzioni sociali ed etiche che frenano lo sviluppo tecnologico, dovremo rassegnarci ad essere dei semplici spettatori finché l’ultimo soffio vitale di qualche essere sopravvissuto spegnerà l’ultima fiammella rimasta accesa e come una mamma, dopo aver rimboccato le coperte ai suoi due bambini, augurerà una buona notta eterna all’intero cosmo.

CHI??? IO INCINTA??? MA NO, NON SCHERZIAMO...

Se ce l'ha fatta lei, a "lavorare" col pancione...
Ho passato le ultime ore a cercare disperatamente lavoro. So che sono leggermente impedita, attualmente, e che lo sarò anche fra qualche settimana, dopo il parto. Ma pensavo che qualche collaborazioncina da casa non poteva certo far male alle casse della nostra sgangerata WannaBeFamily... A pensarci bene, ci hanno ricoverato in ospedale per i giorni della vestaglia il primo marzo. Il giorno precedente, 28 febbraio, io, E.&M. eravamo andati zitti zitti in missione speciale a Roma a fare l'esame da giornalista professionista. I due eroi del grembo se ne sono stati mansueti come non mai per tutta la durata dell'orale, forse impietriti da un'inquietante commissione di dieci giornalisti e magistrati pronti a farci culturalmente a pezzi. Neanche il tempo di festeggiare alla grande, che ci avevano già catapultato a Treviso dalla nonna, ficcato addosso la vestaglia rosa, le ciabatte e la flebo, amen. Niente bevutina con gli amici, ore piccole (le undici di sera, che ormai son già piccolissime, eh...), serate sfrenate. Va beh. Solo ora, tra letto e divano, possiamo cercare un po' di lavoro oltre che un po' di riposo. Ma cosa cercare, dannazione? Sono giornalista professionista, uau! Niente, nessuna risposta ai curriculum inviati. Neanche gli anni di pratica al manifesto e a radio popolare evidentemente sono valsi un granchè. Del resto, di certo non sono attualmente in grado di presenziare in alcuna redazione, quindi scartiamo il giornalismo televisivo (scusa, Emilio, so che mi volevi come nuova meteorina...). Passiamo agli incarichi freelance. Ma...ma....maccome!!! Tutti stage non retribuiti??? Disdetta! Potrei far leva sul fattore gravidanza? Tipo: "Dai fatemi lavorare da casa, anche se a letto riesco a scrivere, giuro! Guardate che cazzate scrivo sul blog!" No, non credo andrebbe, anzi. Tutte le ex-gravide che conosco, poi, mi hanno sconsigliato vivamente di citare anche solo di striscio lo stato di gravidanza. Clamoroso! Nel 2011? Impossibile! Per capirci, la mia amica C., promessa dei dottorati universitari, è stata silurata dopo aver avuto il primo figlio. Credete sia uno scherzo? Non è così. La maternità, ad oggi, è ancora ben lontana da essere un diritto. Come C. mi disse una volta, il segreto è fingere di non essere incinta. Non farsi beccare fino all'ultimo, temporeggiare, confessare solo sotto tortura. Pensavo esagerasse, ma mi accorgo che tutti i colleghi giornalisti ultimamente tendono a considerarmi fuori dai giochi. Sarà che lo sono davvero? Comincio a pormi l'amletico dubbio. Madre, o giornalista. Aut aut o paranoia da disoccupata? Fra qualche mese avremo le risposte.

Lettura consigliata: J. Sprenger e H. I. Kramer, "Il martello delle streghe. La sessualità femminile nel transfert degli inquisitori", Spirali ed.

mercoledì 16 marzo 2011

QUELLA MALEDETTA DOMENICA!

16/01, Lecce-Milan (finita 1-1, per la cronaca!)
Va bene, va bene, va bene. Poveri E.&M., so che ieri sera vi siete sentiti un po' shakerati, ma era questione di vita o di morte, o quasi. L'andata... era andata... com'era andata..., con quello 0-1 rosicato al 90° che faceva davvero male... Ma ieri, ragazzi, che partita! Quel drammatico 2-1 per il Bayern è stato stravolto al secondo tempo, una squadra che quasi pareva essere tornato l'Unico, Lui, il Mou. Non proprio così, ma già altra cosa dall'Inter sonnolenta e depressa del povero ciccio Benitez. Insomma, ragazzi miei, abituatevi. Fra le grandi passioni degli uomini, al mondo, c'è una cosa chiamata calcio. Prima mammina era un po' freddina a riguardo, giusto per le solite validissime motivazione di sinistra che però, ad un certo punto... che palle! Scoprire la passione per il calcio, calcare per la prima volta le gradinate di san Siro (lo stadio più bello d'Italia), solidarizzare con sconosciuti e odiare i propri fratelli per 90 minuti, fanno parte di un rituale affascinante e viscerale che magari conquisterà anche voi. Certamente ha conquistato il vostro paparino, che dell'Inter ha quasi pure le mutande! Fortunatamente ieri quell'altro esagitato non era a vedere la partita con noi, perchè se no si sarebbe arrampicato sopra la libreria! Sappiate, così, a titolo informativo, che i vostri quasi genitori si incontrarono in un lontano giorno di finale di Champions - altra vita, altra storia - sempre fra Inter e Bayern. Il risultato non sto a dirvelo, scoprirete tutto appena nati o poco dopo. E sempre per dovere di cronaca, cari E. e M., voi stessi siete stati concepiti poche ore prima di andare a san Siro a vedere la finale di Supercoppa contro la Roma, ormai quasi 9 mesi fa. Visto l'andazzo, ieri sera ho quasi temuto di dover partorire dall'agitazione, soprattutto con quel gol all'87° che ci ha garantito la qualificazione. Fortunatamente abbiamo ancora un po' di tempo. Poi ci occuperemo della finale di tutte le finali, la vostra nascita, che invece di chiudere il campionato lo aprirà per sempre. E lì, altro che Ribery o Robben da scavalcare... Chiamiamo Mourinho in nostro soccorso...!!

Lettura consigliata: R. Kapuscinski, "La prima guerra del football", Feltrinelli

domenica 13 marzo 2011

IL BALLO DELLE DEBUTTANTI (SENZA RUBY RUBACUORI)

Una donna single parla di milioni di cose. Una donna fidanzata parla di centinaia di cose. Una donna che ha avuto dei figli parla di decine di cose. Ma una donna che ha appena partorito, o l'ha fatta negli ultimi mesi, parla SOLO di una cosa: IL SUO PARTO. E non risparmia niente, dai dettagli più splatter a quelli più inquietanti. Anzi, con quella venuzza accesa sotto l'occhio, gode a spiegarti come lei sia sopravvissuta sottintendendo un "chissà a te come andrà, bella mia...". Ieri sera, al ristorante, una perfetta sconosciuta con abbondante nonchalance ha trattenuto la sottoscritta narrando di come lei sia stata ricucita "dal fondoschiena alle gengive" dopo 27 ore di travaglio e un cesareo d'urgenza. Trepidante come una fanciullina con carnet de bal al suo primo ballo, mi appresto ad essere emotivamente sverginata e tramortita dalla prima gioia della maternità. Poi passerò il resto dei miei giorni a rovinare la cena alla donna incinta del tavolo accanto. Sotto a chi tocca.

Lettura consigliata: B. Craveri, "La civiltà della conversazione", Adelphi.

venerdì 11 marzo 2011

EDUCAZIONE DI M.

Dove -M- non sta per la scurrile declinazione che state pensando, ma per il nome della mia futura figlia.
Insomma, ti preparano a paranoie e paragioie della maternità, ma nessuno ti insegna come educare un figlio. Oppure, anche peggio, una figlia. Di certo E. non correrà il rischio di voler passare i suoi giorni a sculettare in tv. Non perchè sia più intelligente o strutturato di M., ma per una banale, ovvia e ridondante cultura maschilista in cui cresceranno mio malgrado. Allora pensavo... Come arginare il disastro? Incidendo il più possibile nel primo periodo di vita dei microbi, ovvio! Plasmando le loro povere piccole menti inermi, creerò un mostro di femmismo e autodeterminazione!! M., tu sarai il risultato dei miei deliri di onnipotenza, hahahah!!! Scherzavo, poverina. Tanto ormai devi uscire e tua madre sarò io, quindi non hai scampo! E poi, a pensarci bene, qualcosa bisogna fare.
Cara M., questo è ciò che ti accadrà:
1- Ti saranno vietate le barbie, istigatrici di modelli SBAGLIATI di corpo (e personalità) femminile. Anche io da bambina ho dovuto rinunciarvi, non ti credere. In verità appena potevo fuggivo a casa della mia compagna Silvia Portantiolo che aveva 10 barbie, 4 ken e pure la casa con l'ascensore rosa, ma questo non te lo confesserò mai.
2- Il rosa non è bello, dannato paradigma di femminilità, anzi, a noi il rosa CI FA SCHIFO. Concordi? Si, per ora concordi.
3- Candy Candy o l'equivalente odierno non ci piace. Non ci piace la televisione tutta. E neanche quelle sfigate di Cenerentola e Biancaneve ci piacciono, che se non c'è il Principino a salvarle non combinano una mazza. Bocciate tutte.
4- I nostri modelli di vita saranno Simone Weil, Marie Curie e Janis Joplin. Ecco, magari cureremo il look un po' più di loro, giusto per non rimanere entrambe zitelle a vita, ma questo non lo ammetteremo mai.
5- Tuo fratello E. sarà costretto a osannare la nostra femminilità repressa ogni mattina recitando la litania: "Oh ti prego Ganesh, fammi fidanzare con una femminista bella e forte come la mamma e mia sorella, amen", mentre noi lo perdoneremo con un "E., ego te absolvo per essere maschio".
Che spasso, cara M., il nostro sarà un soviet bellissimo! Speriamo non arrivi tuo padre a rovinare tutto!

LETTURE CONSIGLIATE per approfondire la questione: "Dalla parte delle bambine" di Elena Gianini Belotti, 1973.

giovedì 10 marzo 2011

AAA GRAVIDANZA MISTICA CERCASI

A che mese ero.. quarto, forse quinto. Ho pianto mezz'ora dopo aver visto un servizio - forse particolarmente intenso, chi può dirlo... - al Tg1. Ecco, considerato quanto poco emozionante sia Minzolini in tutte le sue espressioni, possiamo senz'altro addebitare la responsabilità di quanto accaduto ai mitici ormoni della gravidanza. Che ti fanno ridere, piangere, ridere, piangere, piangere, e soprattutto piangere senza apparente motivo, spesso gettando nel panico il presunto padre del bambino. Che, poverino, si chiede cos'abbia fatto di male. L'alterata sensibilità della donna incinta, tuttavia, non le impedisce di intendere e volere. Guai a trattarla come una demente. Del resto, ci pensa già lei da sola, a volte. Il web è pieno di nauseanti siti rosa, gommosi e diabetici, su quanto l'esperienza della gravidanza sia mistica e totalizzante. Orde di madri in grembiulino e torta pinoli&cioccolato si scambiano opinioni e occhiatine virtualmente complici sull'ebrezza di queste dolci sensazioni, su quanto sono belle le nausee e il mal di schiena se vissute con sacrificio e amore. Il tutto fra immagini di cuoricini, ciucci, fiocchetti, minuscoli nuvolette colorate. Santo cielo. Qualunque donna legga quelle righe, si sente una madre fallimentare in depressione post partum...ante litteram. Pare che la gravidanza ce l'abbiano solo loro. Almeno quella, patinata e piacevole. Dov'è????? Fortunatamente ho constatato come le mie amiche non fossero poi conciate meglio di me. Del resto come può stare una con i gonfiori, le nausee, il vomito, il rimbambimento, la sonnolenza, la tachicardia, le emorroidi, i mal di schiena, la cattiva digestione, il cattivo sonno, la pipì 6 volte a notte, i brufoli, i crampi notturni... O ascolti la canzone Ave Maria di De Andrè 80 volte al giorno e ti convinci che anche tu, si, sei in stato di grazia perenne, oppure ti arrendi all'evidenza che anche la gravidanza sia una fase naturale della vita, che non va necessariamente caricata di ormoni oltre il limite di tolleranza. No, non fate così - scherzavo. Ma secondo me neppure delle droghe molto, molto pesanti hanno effetti simili. Neanche ora, nei giorni della vestaglia - che fanno molto termidoro francese - il mio spirito di sacrificio è sufficientemente sviluppato. E dopo mesi passati a chiedermi se fossi io ad essere in errore solo perchè non provavo emozioni mistico-narcisistiche ad ogni calcetto dei bambini nella pancia, ho deciso che non c'è nessun errore. Insomma, sfido chiunque a tenersi E. e M. per un'oretta nell'addome e a dirmi come ci si sente. In questo mix fra pogo da Sex Pistols in concerto e martello pneumatico in zona Garibaldi-Isola a Milano. Lo stato di grazia può anche aspettare, forse. E essere buone madri non sarà mica legato a quanti cuoricini metti di fianco al loro nome, no? NOOO??? Se no, qualcuno mi insegni come si fa ad essere un po' più zuccherosa. Il manuale della mammina perfetta esiste? Regalatemelo, vi prego.

mercoledì 9 marzo 2011

GISELLE & MALM

Va bene, ammettiamolo. Vedere una delle solite modelle che ci bombardano l'autostima sui giornali o sugli schermi scatena in qualunque donna i seguenti istinti, in rigoroso ordine di presentazione: 1- emulazione, 2-rassegnazione, 3-odio, 4-rassegnazione, 5-consolazione.
Ma alla fine, soprattutto se siamo donne di media autostima (ancor meglio se di sinistra), il confortante dogma "ma io ho altre indubbie qualità" è sufficiente a farci restare a galla fino alla prossima pubblicità di intimissimi (che non comprerò mai più solo per fare un dispetto alla modella RIFATTA che mi fa schiattare d'invidia). Il punto è: quando una è incinta, la situazione precipita. Il tuo modello di riferimento non è più Giselle Nonsocosa la top model, ma la cassettiera Ikea modello Malm 80x43x123, impiallacciatura di betulla. La guardi e sai che la tua forma è più simile a lei che non a Giselle, ormai. Ti batte persino sul peso: la porti a casa sollevando solo 59,2 kg a fronte dei tuoi 70. Odio. Vorresti infilare Giselle nella cassettiera a pezzi, oppure fare a pezzi la cassettiera e spedirla a Giselle. Invece no, la cassettiera è lì e ti guarda, ti indica, ti deride dalla camera da letto.
La soluzione è non pensarci. Restare arenata sul tuo divano de luxe cercando di migliorare il tuo blog, senza valutare quanti cm quadri stai occupando. E senza guardarti MAI le caviglie, che ormai il segno dei calzini c'è anche quando non hai i calzini, da quanto ti si sono gonfiate le zampogne. Ma i giorni della vestaglia finiranno, vedrete! E anche il compensato Ikea non sarà eterno. E tu, Giselle, stai attenta. perchè "IO ho altre indubbie qualità, che tu e Malm non avrete mai". Spero.

martedì 8 marzo 2011

FESTA DI QUALI DONNE?

Tra l'altro, oggi è la festa delle donne. Non che la cosa ci riguardi, noi aspettiamo venga istituita quella della balena arenata incinta. Piuttosto, è un pochino sconfortante la notizia sul corriere: per l'occasione, due differenti manifestazioni per le donne di sinistra a Roma. Alla faccia dell'unità... Appuntamento A: "se non ora quando" in versione 8 marzo. Appuntamento B: collettivi femministi, in versione 8 marzo. Sono contenta di non dover scegliere a quale corteo partecipare. Sarebbe come indugiare fra una torta di mele e cannella con zucchero a velo e una torta di cannella e mele con zucchero a velo. Datemele, e basta, poi ci penso io a fare le dovute distinzioni. E' nettamente ora di merenda.

PRESENTAZIONI!

Prescrizione: riposo assoluto. Divano-letto, letto-divano, da qui al nostro personalissimo giorno del giudizio. Siamo in tre, da qualche mesetto. Oltre alla sattoscritta, c'è E., bello paffuto, seduto sul fondo dell'utero come fosse una sedia a straio. La sua sorellina, M., è un po' più piccolina di quanto dovrebbe essere per la sua "età", forse per la posizione ad arcobaleno che ha assunto nella parte alta della pancia, sopra all'ombelico. A fare la ginnasta, si è accartocciata lì in alto e solo se la mamma resta stesa riesce a mettersi comoda. Partiamo bene. La data prevista per l'uscita trionfale dal grembo materno è l'otto maggio, due mesi esatti a partire da oggi. Per la scarsa crescita di M. siamo stati ricoverati per 5 giorni, cose che succedono ad essere in tanti nella stessa pancia! Ora ci hanno lasciato andare a casa, in attesa di nuovi controlli. Se la signorina si decide a crescere per bene, possiamo restare uno e trino per tutto il tempo necessario, altrimenti ci toccherà affettare l'addome della mamma prima dell'ora... Comunque, ogni giorno che si passa in più nella pancia è un giorno guadagnato, ci hanno detto i dottori. Quindi eccoci qui, fermi fermissimi sul divano, in attesa che i giorni scivolino lenti mentre M. cresce!

Cose da fare prima del debutto in società dei due eroi del grembo:
- finire di leggere il libro di Roal Dahl, certamente aiuterà M. a crescere un po'
- imparare ad aggiornare il blog che oggi abbiamo miracolosamente imparato a fare
- mangiare meno, il concetto di balena arenata sul divano lo stiamo sufficientemente testando
- trovare una carrozzina doppia di seconda mano, e un sacco di altre cose necessarie per la sopravvivenza infantile. aiuto.
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Quotes

"Il paradosso è la cattiveria degli uomini che hanno troppo spirito". Émile Faguet
 

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